Ha fatto il giro del web l’esultanza di Gasperini al terzo gol della Roma a Cremona. Ma, durante la partita, Marco Russo, bordocampista di DAZN, ha raccontato un aneddoto legato alla seconda rete dei giallorossi, quella di Ferguson, che ha fatto esplodere di gioia il tecnico romanista. Il nostro Alessandro Santoro ha intervistato in esclusiva proprio Marco Russo per parlare della gara di ieri, svelando qualche retroscena.
Com’è questa Roma vista da vicino?
“Mi ha sorpreso, mi ha entusiasmato soprattutto nel secondo tempo quando veramente la Roma ha giocato in modo tecnicamente alla Gasperini. Per pulizia tecnica, per combinazioni, per sicurezza, per divertimento e per leggerezza oltre che per il modo in cui viaggiava la palla. L’azione del gol di Wesley è meravigliosa. Chiaro, magari in un momento della partita in cui la Cremonese ti concedeva qualcosa in più. Quello mi ha sinceramente colpito. Il primo tempo Gasperini non era molto soddisfatto, perché la pulizia tecnica non era quella che lui desiderava. Un po’ di passaggi sbagliati, qualche controllo sbagliato che consentiva all’avversario di arrivare sul pallone. Da quel punto di vista non era molto molto soddisfatto, però poi lentamente la Roma ha fatto la partita e soprattutto mi colpisce il fatto che questa Roma sia lì dov’è, con il campionato che lo sta facendo. Ma secondo i giallorossi hanno veramente enormi margini di miglioramento, perché la squadra di oggi non è la squadra di un mese fa, eppure la Roma di oggi è la stessa di un mese fa per la classifica. Se fossi un tifoso della Roma sarei veramente entusiasta delle prospettive che può avere questa squadra”.
Che impressione hai avuto della partita di Ferguson e del momento del gol?
“Questo gol lo stavano aspettando tutti nella squadra. Erano tutti consapevoli che questo ragazzo aveva bisogno di questa rete per sbloccarsi, perché l’adattamento non è stato quello che tutti immaginavamo, visto che il primo gol è arrivato solamente Ieri. Nell’intervista di fine partita lui con me ha avuto poche parole, ma molto incisive. “va bene, finalmente, adesso ho avuto tanti alti e bassi, adesso spero di costruire qualcosa su questo gol”.
Come hai visto Gasperini prima dell’espulsione? Lui ha detto che l’avrebbe meritata nel primo tempo.
“É stato molto schietto sia in diretta che nel post partita, perché sull’episodio del rigore assegnato e poi revocato dal VAR per il tocco di braccio impunibile lui li ha perso la testa, rischiando l’espulsione. Si è lasciato andare, ha protestato tanto, ma l’ha raccontato anche lui nel postpartita. Era nervoso per tante situazioni arbitrali sfavorevoli per la Roma, nei minuti precedenti, come le rimesse laterali non giudicate correttamente secondo lui. Su quell’episodio oggettivamente è andato forse un po’ sopra le righe. Sull’espulsione lui dice “non ho detto niente”, ed è veramente così, io ero a tre metri da lui. Si è sbracciato, si è lasciato un po’ andare con un movimento nelle mani dopo quella situazione, ma ha totalmente ragione a lui. Per me il momento più esilarante, quello che personalmente mi porterò dietro, è lui che in 20 secondi è appeso alla balaustra a esultare per il gol di Ferguson nella tribuna dello Stadio Zini. Letteralmente appeso, aggrappato con le mani agitando poi polso. Perchè c’è tantissimo Giampiero Gasperini in tutto questo”.
Noi abbiamo visto l’esultanza del terzo gol, del secondo ci affidiamo a te.
“Dovete affidare al racconto (ride, ndr). Sostanzialmente succede questo: lui viene espulso, prende la via del tunnel. Lo Zini è uno stadio molto bello perché è compatto, piccolino, ma caldissimo, quindi lui prende la via del tunnel e nel giro di veramente 20 secondi va su, raggiungendo la prima fila della tribuna. Gli stavano cercando un posto, quindi lui rimane in piedi lì e dà indicazioni a Gritti o al team manager Todaro, ma arriva subito il gol. Quindi io mi giro e vedo questa persona che urla a un metro sopra la mia testa, ovvero Gasperini che è appeso alla balaustra. Ma subito dopo il gol viene riportato nella tribuna autorità degli ospiti, quindi a fianco ai dirigenti della Roma e l’ha seguita da lì. Ma quei minuti legati al gol di Ferguson li ha vissuti in piedi in prima fila, forse ostruendo la visuale a qualche tifoso della Cremonese”.
Infatti quelli lì erano i tifosi della Cremonese, no?
“Era la tribuna centrale, era mista, diciamo così, c’erano tantissimi tifosi della Roma anche oltre il settore ospite, perché la capienza è limitata. In quel settore c’erano sia tifosi della Cremonese che anche tifosi della Roma”.
Gasperini e il secondo interagivano in maniera diretta? Gritti sarà in panchina in occasione di Roma-Napoli.
“Gritti è il punto fermo di Gianpiero Gasperini, c’è sempre stato ed è il suo braccio destro, ma pure quello sinistro e molto di più, respirano e vivono in simbiosi, sempre. Ho visto che Gasperini è sempre stato così anche all’Atalanta e al Genoa, tantissime partite all’Atalanta Gritti le ha fatte da primo allenatore, perché Gasperini di giornate di squalifica per situazioni analoghe se le è prese, quindi sarà abbastanza abituato, per provare a scherzarci sopra. La comunicazione per regolamento non può essere diretta. Ed è anche il motivo per cui il Gasperini è stato portato su in alto in tribuna, perché non può interagire verbalmente con la panchina da espulso. Poi, come spesso accade, arrivano delle istruzioni, indirette, telefoniche, insomma, con lo staff dei match analyst che è sempre in contatto con la panchina”.
La squadra come ha reagito?
“É difficile che la squadra in qualche modo venga condizionata all’allontanamento o meno dell’allenatore, nell’immediato ovviamente, perché comunque se c’è da dare qualche istruzione sui cambi o di variazioni, tattiche, comunque c’è uno staff. Non mi vengono in mente grandi episodi di squadra che hanno cambiato il proprio stato d’animo, il proprio modo di stare in campo a seguito di un’espulsione. Non ho notato nulla di particolare da questo punto di vista, anche perché la Roma è una squadra che ha dei leader in campo, calciatori che possono andare col pilota automatico, perché sono emanazione diretta del suo allenatore, penso a Cristante, penso a Mancini. Penso alla leadership silenziosa, ma vera, di un giocatore come El Shaarawy. Era anche un momento della partita in cui la Roma ne aveva tantissima, la Cremonese magari un po’ meno”.
Svilar al gol della Cremonese se l’è presa.
“Per me, Svilar, è un privilegio. Se fossi un tifoso della Roma sarei felicissimo di avere uno portiere di questo tipo, è il migliore del campionato. Ormai penso non ci sia veramente dubbio, malgrado un Maignan che stia facendo una stagione incredibile. I numeri di Svilar, se guardiamo all’anno scorso e al 2025 in generale, sono veramente clamorosi. In quella reazione c’era tutta la voglia di un portiere, soprattutto di una squadra, di non prendere gol. Di proseguire quel discorso del non prendere gol. Le statistiche che noi sempre citiamo nel raccontare da Roma, sui clean sheet, sulle partite senza subire gol, non sono solo statistiche, ma raccontano proprio la voglia e il gusto di difendere, il gusto di non prendere gol, che secondo me è il segreto delle grandi squadre e delle grandi vittorie. Vinci 3-0, vinci 3-1, sono comunque tre punti, ma se vinci 3-0 è un’altra partita in cui non hai preso gol, è un’altra partita in cui porti avanti questo gusto di difendere, di proteggere con la porta. Anche perché nel pomeriggio di Cremona Svilar almeno un paio di parate da supereroe le ha fatte, quindi c’è anche quella voglia di portare a casa quell’inviolabilità”.
Di seguito il podcast dell’intervista esclusiva integrale.
