Alla vigilia di Roma–Midtjylland nel centro sportivo Fulvio Bernardini va in scena la conferenza stampa di Bryan Cristante, che accompagnerà Gasperini nel presentare il match di Europa League. Di seguito le sue parole:
Ti rendi conto di essere ormai un giocatore assolutamente indispensabile?
“Io provo a fare del mio meglio in tutte le partite, in base alla posizione e alle esigenze del momento. Faccio quello che devo fare, quello che mi chiede il mister. Negli anni le ho provate un po’ tutte, quindi adesso ho sicuramente una maggiore facilità ad adattarmi alle varie posizioni. Ho giocato davvero tante partite in tanti ruoli diversi, quindi so come interpretare ogni singola posizione“.
Ho l’impressione che ci sia una sorta di maturità nuova da parte del tifoso romanista nel capire quale sia il momento per crederci. Hai notato questo miglioramento anche nel modo in cui si vivono i risultati a Roma?
“Quest’anno stiamo cercando di essere bravi, anche grazie al mister e a tutto il gruppo, a sapere che stiamo facendo un’ottima stagione, ma allo stesso tempo a rimanere molto equilibrati e con i piedi per terra. Perché basta davvero poco per cambiare la rotta. Noi cercheremo sempre di continuare così: a lavorare bene, a fare quello che ci chiede il mister e a interpretare bene le partite, però sempre mantenendo il nostro equilibrio. In questo momento lo stiamo tenendo molto bene, e penso che anche la piazza se ne sia accorta: ha capito che c’è bisogno di non esaltarsi troppo e di non abbattersi troppo per una singola sconfitta. L’ho sempre detto: porto avanti da anni questa idea dell’equilibrio, perché penso che sia fondamentale in una stagione così lunga e con così tante partite“.
Rispetto a quando hai avuto il mister qualche anno fa, c’è qualcosa in cui ti sembra esattamente lo stesso? E qualcosa, invece, in cui ti sembra cambiato o migliorato?
“No, il mister l’ho ritrovato esattamente come l’avevo lasciato a Bergamo. È sempre lui, il mister di Bergamo. Sapevo benissimo che era un allenatore forte, che ci avrebbe insegnato tanto, e che l’importante era stargli dietro, ascoltarlo e convincerci tutti che era la persona giusta, l’allenatore giusto da seguire. La squadra è stata brava a farlo dal primo giorno. Sulle qualità del mister c’è poco da dire: le ha sempre dimostrate, prima al Genoa, poi a Bergamo e ora anche qui. L’ho ritrovato proprio come lo avevo lasciato. Fortunatamente“.
Lei è uno dei giocatori presenti da più tempo e ha vissuto da protagonista anche la finale di Budapest. Quella partita contro il Siviglia rappresenta per lei uno stimolo in più in vista di questa competizione, oppure è qualcosa che si cerca di lasciarsi alle spalle?
“Sicuramente per quella finale è rimasto dell’amaro in bocca. Però penso che ogni stagione debba fare il suo corso: con tutte le partite che giochiamo è già tanto riuscire a restare concentrati sul presente, quindi non possiamo perderci troppo nel passato. Detto questo, è una competizione che ci siamo davvero goduti: siamo arrivati a un passo dal traguardo e sappiamo quanto sia bello arrivare fino in fondo, quanto sia emozionante giocare una finale e quanto sarebbe straordinario riportare il trofeo a casa. Quindi sì, vogliamo andare avanti, vogliamo fare bene, perché il nostro obiettivo è proprio quello: provare a riportarla a casa“.
