Alla vigilia della delicata sfida di Europa League tra Celtic e Roma, il telecronista di Sky Sport Maurizio Compagnoni è intervenuto in diretta radiofonica nella trasmissione condotta da Alessandro Santoro e Olga Novella. In collegamento da una Glasgow, Compagnoni ha analizzato il momento della squadra di Gian Piero Gasperini, soffermandosi sulle evidenti difficoltà del reparto offensivo, sulle possibili mosse del DS Massara per il mercato di gennaio e sul rendimento dei singoli. Di seguito le sue dichiarazioni:
Com’è la situazione climatica a Glasgow in vista della partita?
“La temperatura non è bassissima, siamo sui 9 gradi, ma c’è un freddo percepito notevole a causa di un vento insidiosissimo e della pioggia. È quel tipo di vento che ti entra proprio dentro le ossa“.
Che Roma ti aspetti domani? Come si approccerà alla gara dopo le recenti difficoltà?
“Mi aspetto una Roma determinata, consapevole dell’importanza di questa partita in ottica qualificazione. Dopo due sconfitte in campionato non può permettersi un altro passo falso. È chiaro che la squadra non è brillantissima e c’è questo tremendo problema in attacco che sta penalizzando il rendimento, anche se la classifica dice che la Roma è comunque quarta. Domani mi aspetto una squadra cattiva agonisticamente“.
Gasperini ha parlato di una chance per Pisilli. Ci saranno altre rotazioni rispetto a Cagliari o Napoli?
“Gasperini non naviga nell’abbondanza e ha detto chiaramente che farà poche rotazioni, ma qualcuno ha bisogno di riposare. Dopo la pausa di novembre, più di un giocatore ha avuto un calo evidente. Sta rientrando Angeliño, anche se dubito abbia più di 35-40 minuti nelle gambe. Se Pisilli non gioca questa, non gioca mai: serve per dare riposo a qualcuno, può sostituire un centrale di centrocampo o uno dei due trequartisti“.
Pisilli può essere un sostituto valido in ottica futura, magari per far rifiatare Cristante o sostituire El Aynaoui?
“Attorno a questo ragazzo forse all’inizio c’era stato troppo entusiasmo e troppe responsabilità, poi è parso quasi dimenticato. In Under 21 ha fatto buone cose, ricordo un gran gol, ma deve crescere in esperienza, personalità e muscolatura. Resta comunque un profilo molto interessante“.
C’è un “elefante nella stanza”: lo scarso rendimento offensivo. Cosa non va nell’attacco della Roma?
“Basta guardare le statistiche: Ferguson ha fatto un gol nel 2025, Baldanzi zero, Dybala cinque, Dovbyk mi pare dieci, ma non sono tanti per un centravanti. La Roma è stata costruita bene in difesa, a centrocampo e in porta, dove hanno preso un fenomeno, ma in attacco non è stata costruita altrettanto bene“.
Quanto pesa l’assenza di esterni in forma come Wesley per il gioco di Gasperini?
“Wesley è fondamentale, così come lo è il recupero di Angeliño. Gasperini ha sempre preteso molto dagli esterni: devono spingere e attaccare di continuo. Wesley dopo un ottimo avvio sta accusando stanchezza. Tsimikas è stato un acquisto sbagliato; ieri vedendo il PSV ho pensato che forse avrei tenuto Salah-Eddine, che non mi sembrava così scarso. Ma il vero problema è davanti“.
Sul mercato: a questo attacco manca più un centravanti vero o un esterno alla Lookman?
“Mancano entrambi. Manca il centravanti e manca il ‘simil-Lookman’. Forse l’assenza del centravanti pesa un po’ di più, perché a sinistra puoi adattare Pellegrini, anche se servirebbe uno con lo strappo di Lookman, di Garnacho o di Lang, che il Napoli ha preso ed era abbordabilissimo. Dovbyk non rientra esattamente nei canoni di Gasperini e Ferguson ha avuto un’involuzione preoccupante. Quando la Roma ha provato il falso nove è stato un disastro nei risultati“.
Al netto dei problemi, qual è l’impatto positivo di Gasperini che stai vedendo?
“Le cose positive sono decisamente superiori a quelle negative. La squadra prende pochissimi gol, mi pare otto in campionato, è compatta, messa bene in campo e prende iniziative. La mano di Gasperini si vede eccome“.
Con una dirigenza più unita (Ranieri, Massara, Gasperini) e la forza dei Friedkin, cosa ti aspetti dal futuro?
“Se in attacco non hanno lavorato bene, va detto che è difficile farlo con i paletti insormontabili del Fair Play Finanziario. Se questi vincoli dovessero cadere, considerata la capacità di investimento dei Friedkin, sono sicuro che Massara e Gasperini porterebbero i giocatori giusti. Bisogna solo capire quando spariranno questi paletti“.
Zeki Celik è forse la sorpresa più grande della stagione?
“Abbastanza sorprendente, sì. Era finito ai margini, invece ora sta facendo molto bene sia da esterno destro che da ‘braccetto’ nei tre di difesa. È un nazionale turco, ha personalità e duttilità: il suo rilancio sorprende fino a un certo punto“.
Con la partenza di N’Dicka per la Coppa d’Africa, Celik verrà spostato stabilmente in difesa?
“Sicuramente. Con il rientro di Angeliño a sinistra e Wesley a destra, Celik andrà sicuramente ad affiancare Mancini ed Hermoso nel terzetto difensivo“.
Questo dipende anche dal fatto che Ghilardi non sta convincendo?
“Dipende soprattutto dall’ottimo rendimento di Celik. Ghilardi ci ha messo del suo per far venire dei dubbi, ma anche se avesse fatto bene, avrebbe giocato comunque Celik“.
Giovani come Ghilardi e Ziolkowski possono diventare risorse importanti?
“Il polacco lo conosco poco. Ghilardi è interessante, ha struttura ed esplosività, ma un conto è la Serie B o il Verona, un altro è la Roma con ambizioni Champions. Deve crescere dietro a giocatori che al momento sono sicuramente più forti di lui“.
Svilar è davvero uno dei migliori portieri d’Europa?
“Assolutamente sì. In Serie A i due più forti sono lui e Maignan, e in questa stagione il rendimento di Svilar è stato addirittura superiore. È sicuramente tra i primi cinque portieri in Europa“.
Matias Soulé è il miglior marcatore stagionale, ma sembra mancargli ancora qualcosa per essere un leader. Cosa ne pensi?
“Soulé sta facendo discretamente. Non credo debba essere lui a caricarsi la squadra sulle spalle. I quasi 30 milioni spesi sembravano tanti, invece sta dimostrando di valerli. Non è Salah o Lamela, ma sta facendo bene. Non è certo lui il problema della Roma“.
Chi deve essere allora il trascinatore della squadra?
“A centrocampo Cristante e Koné stanno facendo molto bene, dietro Mancini è un leader, anche se un po’ in calo. Serve un trascinatore davanti, qualcuno che risolva le partite con una giocata, come faceva Robben al Bayern. Quello dovrà arrivare dal mercato“.
Che idea ti sei fatto del Como di Fabregas, prossimo avversario in campionato?
“Hanno un’ottima rete di scout e una proprietà ricca che spende bene. Fabregas li allena bene, c’è tanto talento, ma essendo una squadra giovane ha alti e bassi. Contro l’Inter sono stati ‘asfaltati’, ma fa parte del percorso di crescita. Il Como è imprevedibile: a volte fa grandi partite, a volte ha passaggi a vuoto“.
Sarà una partita insidiosa lunedì?
“Sicuramente insidiosa e complicata. Bisognerà vedere quale versione del Como scenderà in campo e quante energie avrà speso la Roma contro il Celtic“.
Chi vedi favorita per lo scudetto tra le attuali prime in classifica?
“Inter e Napoli mi sembrano leggermente avanti al Milan come profondità di rosa, ma le distanze sono ridottissime. Il Milan ha però il vantaggio di non giocare le coppe europee“.
Le mancate rimonte sono un limite strutturale della Roma per fare il salto di qualità?
“Non credo sia un problema specifico di mentalità sulle rimonte. Nel calcio c’è anche casualità: a volte ti riescono rimonte straordinarie, altre volte la palla non entra per un miracolo del portiere o un rimpallo. Non ne farei un problema strutturale“.
