Il countdown per Juventus-Roma è agli sgoccioli. Una sfida che mette di fronte due squadre reduci da vittorie pesanti e con obiettivi che si intrecciano tra la vetta della classifica e la zona Champions League.
Per analizzare il momento della squadra di Gian Piero Gasperini e le insidie della trasferta di Torino, in diretta con Alessandro Santoro e Olga Novella è intervenuto Stefano Borghi. Il giornalista ha sottolineato come la Roma abbia già trovato un’identità precisa sotto la guida del tecnico di Grugliasco, invitando però alla calma sulle prospettive scudetto.
Chi arriva meglio alla sfida di domani sera?
“Entrambe arrivano bene grazie alle conferme dell’ultimo turno. La Roma è già pienamente ‘brandizzata’ da Gasperini: la squadra ha accettato la sfida del tecnico, lo segue e si è stabilizzata nelle zone alte. Contro il Como ha giocato da grande squadra. Dall’altra parte, però, la Juve ha piazzato a Bologna il primo vero botto dell’era Spalletti. Finora era stata un po’ amorfa, invece al Dall’Ara si è vista una squadra con idee chiare e spirito. Juve-Roma è sempre un grande classico, ma domani lo sarà in particolare: se la Roma vince, aggancia l’Inter in vetta“.
In caso di sconfitta, si rischierebbe di intaccare la serenità dell’ambiente, considerando che sarebbe il terzo ko contro le “big” del Nord?
“Non credo cambierebbe molto. La Roma non è partita per stare davanti a Inter, Milan e Juve; viene da anni senza Champions e in estate ha fatto una rivoluzione. La rosa è stata rinforzata ma non completata per lo scudetto. La forza di questa squadra è l’identità chiara che ha fin dall’inizio: anche negli stop non ha mai mollato. L’obiettivo grandioso resta il ritorno tra le prime quattro; se poi resti vicino al primo posto per un intero girone, allora acquisti credibilità anche per altro, ma per ora la dimensione è quella di lotta per il quarto posto“.
Nella Juventus rientra Bremer dal primo minuto. Quanto sposta il suo ritorno per la difesa di Spalletti?
“Sposta tantissimo. Prima dell’infortunio era considerato da molti il miglior difensore della Serie A. Spalletti ha già accennato che il suo rientro potrebbe portare all’evoluzione tattica verso la difesa a quattro, anche se non credo accadrà già domani. Per la Roma non cambia molto l’approccio: Gasperini prepara le partite con grande cura sull’avversario, ma la sua conquista più grande è stata creare un’identità forte e produttiva in tempi brevissimi“.
Quali sono i punti cardine di questa “identità Gasperini” che vedi nella Roma?
“Spirito battagliero e comunione totale con il credo dell’allenatore: andare in avanti, uomo a uomo a tutto campo e una difesa ‘da battaglia’. Aggiungo l’adattabilità: nell’emergenza offensiva abbiamo visto risposte positive da tutti. Se oggi facessi scendere in campo la Roma con una maglia bianca e i giocatori mascherati, dopo cinque minuti sapresti che è la Roma. Questa è la vera vittoria di un allenatore“.
Capitolo mercato: si fanno i nomi di Raspadori e Zirkzee. Sono profili adatti?
“Se arrivassero, la Roma farebbe un salto di qualità enorme. Tuttavia, non è il mercato a fare le ambizioni, ma i giocatori giusti che si integrano nel contesto. Se dovessi sceglierne uno, punterei su un attaccante sinistro, perché è lì che c’è una carenza: Dybala, Soulé e Baldanzi sono tutti mancini che amano partire da destra. Serve qualcuno che vada in profondità. Su Dovbyk dico che finora è stato deludente per coinvolgimento, non si è ancora connesso al meglio. La fortuna della Roma è che il mercato lo cura un professionista di alto livello come Frederic Massara“.
Manu Koné sta impressionando, ma non ha ancora trovato il gol. È un limite?
“Incide poco sulla valutazione attuale. Se diventasse un centrocampista da 5-7 gol a stagione, sarebbe da Pallone d’Oro o quasi. È forte, completo, un centrocampista a 360 gradi. Il gol è l’ultimo passo che deve fare, ma per il resto è un giocatore che nella mia squadra giocherebbe sempre. Non a caso è l’unico centrocampista del campionato a non aver ancora saltato un minuto“.
Gianluca Mancini. Spesso al centro di polemiche per gli atteggiamenti, ma idolo dei tifosi. Come lo valuti?
“È maturato tantissimo negli ultimi due anni. Prima sembrava un potenziale incompiuto, oggi è un difensore di livello vero. Sugli atteggiamenti, è migliorato: fino a qualche anno fa era più incline alla polemica, ultimamente meno. Le simulazioni o l’esasperazione dei contatti non mi piacciono, ma le vedo fare a tanti, non solo a lui“.
Gasperini ha vinto l’Europa League a Bergamo: questa Roma può sognare di arrivare in fondo?
“Deve avere l’ambizione di farlo. È una competizione che la Roma ha frequentato e sfiorato spesso negli ultimi anni. Ad oggi è presto per parlarne, mancano il mercato e i turni a eliminazione diretta, ma il gruppo ha le qualità per puntare alle fasi cruciali, come le semifinali“.
