A cura di Diego Sarti
Sarà l’aria del nord. Sarà la pioggia scozzese dal retrogusto irlandese. Sarà il manto erboso bagnato che ti ricorda quei campi dove sei cresciuto. Forse è un insieme di tutto questo, ma la sostanza non cambia: Evan Ferguson contro il Celtic ha risposto da centravanti vero alle critiche che lo avevano accompagnato nelle ultime settimane. Uno stop pulito, una girata secca, un tiro perfetto. E quel sorriso trattenuto, metà rabbia metà liberazione, che racconta più di mille analisi.
La sua prestazione non è soltanto un gol: è un punto di svolta. Un modo per mettere a tacere il rumore di fondo, le discussioni, i dubbi scritti e sussurrati attorno all’ex Brighton. A Glasgow ha riaperto un capitolo che sembrava essersi sgualcito troppo presto.
Glasgow come spartiacque
Ogni avventura si divide in capitoli. Fin qui, il libro “Ferguson–Roma” sembrava più un thriller-drammatico che un romanzo di formazione. Il fatto è che Glasgow, con quel suo profumo di casa, lo ha rimesso al centro. Lo dice lui stesso dopo il triplice fischio: “Mi piace giocare in questi stadi. Mi sento quasi come a casa.”
E infatti ieri si è rivisto quell’Evan della prima contro il Bologna, poi inghiottito dalla penombra tra infortuni, ambientamento lento ed esigenze altissime di Gasperini. Prima bastone e poi carezza: nel pre-gara il tecnico non l’aveva toccata piano: “Speriamo di tirar fuori da lui ciò che ancora non abbiamo visto”. Parole che o ti piegano o ti accendono.
A Glasgow, Ferguson si è acceso. E il “Celtic Park”, paradossalmente, gli ha offerto l’esame perfetto: una squadra di Nancy inferiore tecnicamente ma feroce in atmosfera. Una partita che serviva come il pane per rilanciare la sua avventura romanista e allontanare, almeno per ora, le voci di un rientro anticipato al Brighton già a gennaio. Una singola notte non riscrive mesi interi, è vero. Ma manda un segnale. E quello di ieri è arrivato chiaro. Il prossimo test, contro il Como, potrebbe già diventare un punto di conferma: Ferguson potrebbe partire nuovamente dal 1’.
Le frecce del nord
Tutti aspettavano una scossa da Ferguson. Quasi nessuno, invece, da Leon Bailey. Eppure, l’ex Aston Villa ha tirato fuori una delle sue migliori mezz’ore da quando veste il giallorosso. Entra sullo 0-3, a partita apparentemente in ghiacciaia, e riaccende la fascia destra con dribbling e accelerazioni che la gara non sembrava più capace di produrre. C’è anche un gol, annullato per questione di centimetri: un sinistro a giro sotto l’incrocio che avrebbe meritato miglior destino. Ma il messaggio resta: anche per Bailey Glasgow è stata una boccata d’ossigeno dopo mesi complicati, quasi speculari a quelli dell’irlandese. La Roma torna a casa con tre punti, tre gol e – soprattutto – due giocatori che ieri hanno ritrovato una luce che sembrava affievolita. In un dicembre denso di partite e scelte, questo può pesare più del risultato stesso.
