A cura di Andrea Leopardi
Di Evan Ndicka non si parla quasi mai. E, quando lo si fa, è quasi sempre per sottolineare la sua eventuale grande utilità in ottica bilancio. Essendo arrivato a parametro zero nell’estate del 2023, una sua cessione sarebbe tutto di guadagnato nella casella plusvalenze e metterebbe una volta per tutte fine alla questione con la UEFA, con cui ci sono dei paletti da rispettare. L’ultima estate è stato un nome caldo in uscita proprio per questo, anche se poi Massara ha trovato altre strade che, comunque, non hanno evitato una multa – la seconda dopo quella dell’estate 2024 – alla società giallorossa. Tolta questa parentesi estiva, di lui non si è mai parlato. Eppure nell’ultima stagione ha giocato tutte le partite in campionato, diventando un punto fermo del reparto difensivo. Meno appariscente di Svilar, meno leader di Mancini, l’ivoriano è quel difensore di sostanza ma silente. Forse troppo: le sue abilità tattiche, di intercettazione e lettura del gioco fanno sì che di lui ci si scordi facilmente. La sua efficacia, però, è ben evidente.
I numeri della Roma con il difensore in campo
Numeri alla mano, nella prima stagione in giallorosso, ha messo a referto – complice anche il malore di Udine e l’iniziale ambientamento – 25 presenze in Serie A. La Roma ha quindi subito 46 reti nell’arco del campionato, chiudendo al sesto posto. La scorsa stagione, quella appunto dell’en plein, la squadra giallorossa ha subito 35 reti, ben 11 in meno, arrivando quinta. Assodati i meriti di Svilar, ormai considerato uno dei migliori portieri in Europa, è indubbio che questi vadano divisi anche con la difesa, Ndicka compreso. Meriti che vengono confermati anche in questo inizio di stagione, uno dei più brillanti dal punto di vista difensivo. Anche perché il classe 1999, per le caratteristiche di cui dispone, è forse il compagno ideale per Mancini, che di contro si spinge anche all’attacco per essere quel valore aggiunto, specie sulle palle inattive. Il suo corrispondente, e non potrebbe essere altrimenti, in quanto nel terzetto difensivo degli ultimi tempi, loro erano sempre i due intoccabili, affiancati da un compagno che via via è sempre cambiato: Angeliño, Hummels, Celik ed Hermoso, solo per guardare agli ultimi 12 mesi. Per questo e altri motivi, la partenza di Ndicka per la Coppa d’Africa può essere tutto, tranne che una buona notizia per una squadra che, praticamente, non sa come si gioca senza di lui. Per questo, quindi, sarà più difficile sopperire alla sua assenza rispetto a quella di El Aynaoui, anch’esso in partenza per la stessa competizione.
Come sostituirlo: ipotesi Celik
A conti fatti, la difesa dovrebbe essere il reparto più coperto. La pratica, poi, è sempre un’altra storia e sostituire uno come l’ivoriano, soprattutto in termini di affidabilità, non sarà semplice. Un possibile scenario per Gasperini sarebbe quello semplicemente di abbassare Celik nei tre difensori e riportare il turco nel ruolo che lo ha fatto esplodere con Ranieri. Con lui, molto probabilmente ci saranno Mancini ed Hermoso, tornato ai suoi livelli dopo un primo anno complicato e in parte fuori dall’Italia. Questo scenario, però, porterebbe a una reazione a catena che coinvolgerebbe anche il ruolo di esterno: se l’ex Lille dovesse essere spostato indietro, chi prenderebbe il suo posto? Wesley può giocare sia a destra che a sinistra ma resterebbe scoperta una casella. Angeliño non ha tempi di recupero stabiliti e tutto fa pensare non saranno brevi; Tsimikas invece è stato usato con il contagocce e non sembra dare affidabilità. Resterebbe Rensch ma dopo il derby, giocato peraltro molto bene, è sparito dai radar di Gasperini. Oppure El Shaarawy a tutta fascia ma anche qui ci sono dei dubbi considerando il suo scarso minutaggio.
Come sostituirlo: ipotesi Ghilardi e Ziolkowski
Un altro scenario sarebbe quello di sostituire l’ex Eintracht Francoforte con i suoi sostituti naturali, ovvero Ghilardi e Ziolkowski. Due giocatori su cui la Roma punta per il futuro. Loro avrebbero tutto l’interesse per fare bene in questo mese e forse sono gli unici che, di questa partenza del compagno, non si dispereranno. Anzi. Chi, però, dei due? Inizialmente il polacco sembrava leggermente in vantaggio sull’ex Verona ma l’errore con il Plzen in Europa League ha drasticamente ridotto il suo impiego. Nel mentre è salito nelle gerarchie Ghilardi, che in Europa ha fatto praticamente il suo esordio in maglia Roma, giocando tra l’altro un’ottima partita contro il Midtjylland. Forse proprio l’italiano, in virtù di questi ultimi giorni, potrebbe essere il designato principale a prendersi il terzo posto nella retroguardia difensiva. Considerando che l’assenza dell’ivoriano potrebbe durare anche un mese, non sarebbe però esclusa una staffetta tra i due. Della serie: ce n’è per tutti. E Gasperini non è il tipo di allenatore che si farebbe problemi a buttare nella mischia entrambi. Per tanto tempo si è detto: “Esiste una Roma con Dybala e una senza”. Ultimamente, però, questo sembra un tabù sfatato, in quanto anche senza l’argentino i risultati sono arrivati, forse anche contro le aspettative. Ora il quesito può essere cambiato: esiste una Roma con Ndicka, come sarà quella senza? A fine gennaio si saprà il conto che la Roma avrà pagato alla Coppa d’Africa. Sperando non sia salato.
