A cura di Lorenzo Elio Romanella
La Roma è chiamata a riprendere un cammino vincente dopo la partita contro il Napoli e, per farlo, dovrà provare a battere il Cagliari di Pisacane. Per le due squadre è una vera e propria sfida agli opposti, con Gasperini che deve ossificare il posizionamento in Champions, mentre i sardi proveranno a distanziarsi dalle sabbie mobili della zona retrocessione.
I futuri avversari della Roma da quest’anno sono allenati dal tecnico napoletano, arrivato in prima squadra dopo una gavetta triennale fatta nelle giovanili. L’ex difensore ha già introdotto novità e concetti che hanno reso i rossoblù una squadra riconoscibile al netto della loro posizione attuale di classifica.
un “casteddu” non impenetrabile
Uno dei capisaldi del Cagliari è rappresentato dalla difesa a 3, vero e proprio marchio di fabbrica del tecnico. La ricerca della compattezza ha una duplice funzione, volta a cercare ripetutamente il duello corpo a corpo e a compensare le lacune tecniche delle retrovie. Domani la linea dovrebbe essere composta da Luperto, Deiola e Zappa.
Anche il centrocampo ricalca le caratteristiche della difesa, con i mediani che fanno largo uso di pressing e di marcature preventive. A dirigere le operazioni ci sono Prati, Folorunsho e Adopo, il primo in cabina di regia e gli altri due con i compiti tipici da box-to-box.
Due i fattori potenzialmente favorevoli per la Roma di Gasperini: da una parte i cagliaritani hanno difficoltà nel contenere le sortite offensive e neutralizzare sul nascere i pericoli; dall’altra c’è l’assenza tra i convocati Jerry Mina, leader difensivo e smaliziato marcatore.
da monitorare attacco e fasce
Il 3-5-2 di Pisacane non fa affidamento solo sulla solidità difensiva, ma anche e soprattutto sulle fasce laterali e sulla coppia d’attacco. Tra i nomi interessanti del Casteddu c’è sicuramente quello di Marco Palestra: per lui tre assist ad impreziosire un avvio di stagione fin qui spettacolare.
Con l’assenza prolungata di Belotti il mister cagliaritano ha dovuto riprogettare il duo d’attacco: a fungere da seconda punta è Sebastiano Esposito, che ha come obiettivo quello di attaccare la profondità, fare da raccordo tra i reparti e a sfruttare gli episodi; il terminale offensivo è invece Gennaro Borrelli, che sfrutta sempre la sua stazza per provare a far salire il baricentro della squadra.
L’attacco sardo ha diverse difficoltà nel proporre trame fluide, dovendo ricorrere principalmente alle corsie laterali e alla profondità offerta dal già citato Esposito.
infermeria piena
Quella di Mina non è l’unica situazione scomoda in casa Cagliari: in occasione della sfida di domani non ci saranno i romani Mazzitelli e Felici. Il primo è alle prese con un infortunio al polpaccio, mentre il secondo si è rotto il crociato nell’ultima gara contro il Napoli di Coppa Italia chiudendo anzitempo la stagione. Anche Belotti sarà assente dopo il grave infortunio subito a fine settembre.
casa (non è più) dolce casa
La trasferta sarda è considerata storicamente come una delle più “rognose” di tutto il campionato: sin dai tempi dell’Amsicora prima e del Sant’Elia poi, i figli dei quattro mori hanno basato le proprie fortune e i migliori risultati tra le mura amiche, facendo leva sulla torcida sarda, sulle giornate particolarmente ventose e sulla trasferta scomoda.
Quest’annata sta procedendo con un altro modus operandi: in casa il Cagliari ha messo assieme meno della metà del bottino racimolato (5 degli 11 punti). Inoltre concede mezzo gol in più rispetto alle gare in trasferta (1.67 all’Unipol contro l’1.17 negli altri impianti). La speranza per i romanisti è che questa tendenza possa essere confermata almeno fino a lunedì.
