A cura di Lorenzo Elio Romanella
Se Marty McFly avesse usato la DeLorean per tornare al 2017 e illustrare il futuro del Como ai tifosi lariani, non sarebbe stato preso sul serio. Il 30 giugno di quell’anno infatti la squadra nata all’ombra del lago fu costretta a ripartire dalla Serie D per un fallimento. Quella stessa squadra oggi gode di una salute più che discreta in Serie A, stazionando addirittura al sesto posto in classifica.
Buona parte del merito va dato alla Djarum, la multinazionale del tabacco presieduta dai fratelli Hartono che a colpi di milioni ha reso il Como una società competitiva e strutturata. Ma per diventare un club esclusivo, di culto e dall’aura chic servono anche le idee di un tecnico giovane e la freschezza di una squadra rampante.
un anno dopo il primo confronto
Il primo scontro tra le due squadre dopo il ritorno in A del Como risale a un anno fa esatto: il 15 dicembre 2024 l’uno-due di Gabrielloni e Paz affondava l’armata di Ranieri. La prima versione dei Blues di Fabregas mandava in campo la seguente formazione: Reina tra i pali, van der Brempt, Goldaniga, Kempf e Barba in difesa, Engelhardt e da Cunha in mediana, Strefezza, Paz e Fadera a trequarti campo e Belotti unica punta.
Roma e Como sono le squadre che hanno registrato il miglioramento più significativo da quel periodo. Rispetto alla 14esima giornata dello scorso anno, i giallorossi hanno guadagnato 14 punti e undici posizioni in classifica, mentre gli azzurri sono a quota 13 punti e 12 posizioni. Conosciamo bene il percorso dei capitolini, ma è cambiato molto anche dalle parti del Sinigaglia: solo Paz ha mantenuto nel frattempo lo status di titolare. Domani infatti la formazione più probabile vede Butez in porta, Smolcic, Diego Carlos, Ramon e Valle in difesa, Caqueret e Da Cunha in mediana, Addai, Nico Paz e Jesus Rodriguez trequartisti (con Diao arruolabile ma senza la certezza della titolarità) Douvikas unica punta.
le idee di fabregas
In fase di costruzione i terzini del Como salgono all’altezza della linea mediana, partecipando attivamente alla fase offensiva nei momenti più concitati della manovra salendo fino alla trequarti avversaria. A mettere le basi per la manovra sono i centrali di difesa con l’ausilio di Butez. Viene data ampia libertà ai trequartisti di giocare, provando a sfruttare l’estro soprattutto di Paz e Diao. Le sortite offensive lariane arrivano grazie alle sovrapposizioni dei laterali, agli inserimenti dei centrocampisti e ai giochi di scambio tra gli interpreti.
In fase di non possesso il Como punta sulla prima pressione e sulla riaggressione immediata, strumenti tipici del Gegenpressing. Quando gli uomini di Fabregas non hanno il pallone tendono a schierarsi con un 4-4-2 o addirittura con un 5-3-2.
l’assenza di perrone
Sono diverse le assenze con cui Fabregas dovrà fare i conti: Dossena, Goldaniga, Morata e Sergi Roberto non prenderanno parte alla sfida. Pesa molto però soprattutto la squalifica di Perrone, giocatore difficilmente sostituibile nello scacchiere e link-player del centrocampo comasco.
All’Olimpico scende un Como sfibrato dalle assenze pesanti e tramortito dal 4-0 contro l’Inter, inoltre sulle spalle della Roma pesa il fatto che le pretendenti per la lotta al vertice non sono state brillanti in questa tornata di campionato. Non mancano quindi le responsabilità per la Roma e su Gasperini: l’avversario non è nelle condizioni migliori, la possibilità di rilanciare la candidatura per il vertice è concreta e la gara del Celtic Park ha annullato l’opaca prova di Cagliari. I giallorossi saranno in grado di portare dalla propria parte i fattori a loro positivi? Ai posteri l’ardua sentenza.
