A cura di Andrea Leopardi
Ormai da tempo è un senatore della squadra, essendo arrivato alla sua decima stagione in giallorosso, intervallata dalla parentesi cinese allo Shanghai Shenhua. Il suo futuro, però, è tutto da scrivere, considerando anche il contratto in scadenza il prossimo giugno. Il presente, invece, è una parabola discendente con pochi acuti. Stephan El Shaarawy si appresta a vivere la stagione in corso con le incertezze del caso ma con la consapevolezza di chi sa che può dare una mano nei momenti di difficoltà. Tra le caratteristiche, la duttilità, che lo rende un giocatore raro nella rosa giallorossa. Eppure, il suo minutaggio stagionale ha un comun denominatore tra le competizioni fin qui giocate.
I numeri del Faraone
Analizzando le presenze delle ultime due stagioni, oltre allo scorcio di quella corrente, si nota come l’andamento segua una linea ben definita.
- Stagione 2023-2024: 33 partite giocate su 38 in Serie A, 13 su 14 in Europa League – di cui 11 da titolare e 2 da subentrato – e 2 in Coppa Italia – una da titolare e una da subentrato.
- Stagione 2024-2025: 31 presenze su 38 in campionato, 9 su 12 in Europa League – di cui 3 da titolare e 6 da subentrato – e 1 su 2 in Coppa Italia, anch’essa da subentrato.
- Stagione corrente: 7 presenze su 14 in Serie A – 2 da titolare e 5 a partita in corso – e 6 presenze su 6 in Europa League – 2 da titolare e 4 da subentrato.
Numeri diversi per contesto ma identici nel messaggio: il Faraone diminuisce minutaggio stagione dopo stagione, indipendentemente da allenatori e competizione.
El Shaarawy, però, è uno dei giocatori sempre integri del reparto offensivo giallorosso che ultimamente si è visto decimato a causa degli infortuni a tratti anche congiunti di Dybala, Dovbyk, Bailey e Ferguson. Nonostante questo, però, non ha avuto modo di trovare più spazio nello scacchiere di Gasperini.
Gli schemi del Gasp
Le qualità dell’ex Milan non sono mai messe in discussione da parte del tecnico di Grugliasco. Lo stesso che, nel 2008-2009, lo ha fatto esordire in Serie A con la maglia del Genoa, e quindi lo conosce molto bene. Il suo 3-4-2-1, però, non si sposa appieno con le caratteristiche dell’esterno italiano, che vede davanti a sé molta concorrenza. Quando ha dato il meglio, lo ha fatto in un 4-3-3 in cui ricopriva il ruolo di esterno d’attacco che lo limitava solo a una determinata zona di campo dove poteva accentrarsi per trovare la conclusione o l’assist per il compagno. Dalle fasce alla trequarti, passando per il centravanti, la Roma gasperiniana ha molte caselle con un padrone designato. O con ballottaggi, come quello tra Ferguson e Dovbyk.
Problemi di inserimento
Lo stile di gioco dell’ex Atalanta punta forte sugli esterni, che devono comandare la fascia ma allo stesso tempo garantire copertura in difesa e inserimenti in avanti. Wesley ma anche Celik sono due giocatori che Gasp sta plasmando a sua immagine e somiglianza. I due trequartisti, successivamente, devono inventare per la punta o trovare la giocata individuale per far male da fuori. Soulé, Pellegrini, Dybala e Baldanzi hanno nel repertorio quella classe capace di accendere la partita. Bailey ha l’esplosività per saltare l’uomo e creare superiorità. El Shaarawy, anche se indietro nelle gerarchie, è sempre lì, come uomo di fiducia, anche se il suo bottino stagionale recita appena un gol e un assist. Futuro a parte, il Faraone ha ancora un presente da scrivere con la maglia giallorossa cucita addosso. E con la voglia di essere ancora una risorsa preziosa.
