Ai nostri microfoni è intervenuto Massimo Caputi, giornalista e telecronista sportivo. Tra i temi trattati in ambito Roma, quello relativo al reparto offensivo. A cominciare da Ferguson e Dovbyk. Ecco le sue parole:
Il bicchiere comunque è stato mezzo pieno. Senti, Massimo, con te si può parlare di calcio a 360 gradi. Allora, che campionato è? Chi ha dato segnali più importanti fino adesso? E poi arriveremo, insomma, al percorso quello della Roma?
“Beh, è un campionato molto equilibrato, però è un equilibrio, secondo me, un po’ verso il basso, perché nessuna squadra ha trovato, diciamo, è centrata. Sono tutte squadre imperfette, sono tutte squadre che magari fanno due o tre vittorie, poi però hanno un periodo negativo. Insomma, in fin dei conti Napoli ed Inter, che sono le due squadre potenzialmente più forti, sono proprio la dimostrazione di quello che sto dicendo. E poi c’è una squadra, a mio avviso, titolata, che non fa le coppe e che può trarre grandi vantaggi, che è il Milan. Per quello che riguarda le sorprese, è ovvio che dobbiamo fare molta attenzione al Como. Io, personalmente, all’inizio della stagione, prima che iniziasse il campionato, due pensieri avevo. Uno, che il Milan avrebbe lottato per lo scudetto e che il Como invece avrebbe messo in difficoltà tutte quelle squadre che puntavano all’Europa. Adesso vediamo, siamo alla tredicesima giornata, quindi c’è ancora tanto da giocare. Però queste, secondo me, sono le due squadre da attenzionare nei due modi che ho detto. Poi, se vogliamo andare subito anche su… Ah, poi un altro aspetto, che mancano gli attaccanti in generale, perché comunque basta guardare la classifica dei cannonieri per capire che c’è una difficoltà oggettiva. Quindi parlare della Roma da questo punto di vista mi sembra abbastanza normale, anche se non vorrei che questo fatto del centroavanti, dell’attaccante, fosse sempre comunque l’unico obiettivo nella critica o nell’analizzare le partite che non vanno. Perché, personalmente, nell’ultimo turno, quello contro il Napoli, non credo sia stato un problema solamente dell’attacco, anzi, ma generale della squadra che aveva un passo, due passi in meno rispetto al Napoli. Io credo che la partita, al di là degli episodi, si sia giocata molto sull’aspetto fisico e mentale, la Roma era decisamente più scarica rispetto al Napoli. In generale, tutti, perché io non mi ricordo un migliore in campo a parte le parate di Svilar. È verissimo, è verissimo.”
Peraltro con un Napoli che, purtroppo, forse l’ha preparata nel miglior modo, soprattutto in questo campionato, credo che abbia fornito la migliore prestazione. Quindi, torniamo all’attacco. Se è un problema generale, la Roma, secondo te, da ieri, Massimo, che domando, la Roma ha i centravanti che non stanno rendendo o è senza centravanti?
“Perché a me sembra che ce n’avrebbe due che non stanno rendendo moltissimo. Io ho gli amici che, quando finiscono le partite, mi mandano i messaggi. Silenzio, riservo su quello che scrivono a proposito di Dovbik e Ferguson. Soprattutto di Dovbik, che ormai è un anno e mezzo che è a Roma.”
Massimo, ma dimmi una cosa. Era più o meno quello che scrivevano su Celik un anno fa? Forse anche peggio…
“Prima di tutto dico che tra Ferguson e Dovbyk, per me è più giocatore Ferguson. Per dei motivi che, a mio avviso, sono abbastanza evidenti. Nei movimenti, nella tecnica e nella capacità comunque di essere un po’ più, con tutte le dovute differenze, un po’ più dentro al gioco della Roma. La verità è che sono due centravanti, secondo me, che non hanno le caratteristiche giuste per essere i centravanti delle squadre di Gasperini. E tra i due, se ce n’è uno, ripeto, per me è più Ferguson, perché Dovbyk ha delle caratteristiche che veramente, nulla al di là dell’aspetto tecnico, perché insomma mi sembra che faccia fatica, ma io molte volte l’ho visto anche dal vivo, che si vedono delle cose che magari in televisione non si vedono e che poi vi ascolto spesso, so che avete già trattato. Ma il pallone glielo danno lungo e lui va corto. Lui va lungo e glielo danno corto. Però io poi ho visto che proprio lui fa i movimenti sbagliati, al di là dell’incomprensione con i compagni. Quindi dico, per me la Roma ha due centravanti e tutte e due non sono il massimo per il gioco di Gasperini. Dovbyk in particolare, proprio secondo me, non c’entra assolutamente nulla, però questo è il mio parere.”
Peraltro Massimo parla del centravanti con cognizione di causa. Lui (Massimo, ndr) era un centravanti tecnico, di quelli pure un po’ fastidiosi. Noi abbiamo giocato qualche volta anche in avversario.
“Assolutamente sì”.
Non ci siamo mai annoiati. Sotto questo punto di vista Massimo poi va anche sottolineato come la Roma comunque sia sta girando abbastanza bene come squadra. C’è quell’elemento ancora che non si incastra, non è sbocciato? Ma oltre a Dovbik e Ferguson bisogna metterci dentro anche il rendimento degli altri attaccanti, perché poi noi parliamo degli attaccanti di struttura, che sono loro due, ma diciamo che tutta la Roma davanti ancora a livello di gol fa un po’ fatica, a parte Soule.
“No, no, ma infatti voglio dire, sarebbe sbagliato dare la croce solamente ai due centravanti, Dovbyk e Ferguson, anche se pure loro hanno chiaramente delle responsabilità, ma finire sempre a parlare solo di loro sarebbe un errore. Quindi giustamente è un po’ il reparto offensivo della Roma che deve migliorare, sia dal punto di vista delle conclusioni, perché la Roma conclude poco a volte nelle partite, e soprattutto nella capacità di segnare. Però credo che questo faccia parte anche un po’ del percorso di miglioramento che la Roma sta facendo con Gasperini, sono cambiate delle cose nel modo di giocare, nel modo di affrontare le partite, in quelle che devono essere le attitudini di alcuni giocatori offensivi. Insomma è inutile nascondere che alla Roma teoricamente mancherebbe un esterno di sinistra che abbia non tanto le caratteristiche di Sule, ma forse che ne abbia qualcuna di diversa. Saltare l’uomo sì, ma avere anche quei 6-7 gol nel suo DNA a stagione, perché altrimenti non si può pensare di fare un campionato di vertice se tu non hai almeno in 5-6 giocatori la potenzialità di farti gol, parlo dei centrocampisti e parlo degli esterni.”
Decisamente sì, ci aggiungiamo anche Massimo che la Roma in generale è una squadra che non ha moltissimi gol neanche nei piedi e nelle gambe dei centrocampisti, perché Pellegrini sì, in generale li avrebbe, però sta faticando un po’ da qualche mese.
“Cristante è uno che te ne può fare 3-4 al campionato, Konè deve migliorare tanto. Quindi è vero che i difensori ora qualche gol te lo hanno fatto, già hanno segnato praticamente tutti, almeno un gol in stagione, però può essere complicata questa ricerca, in un momento in cui magari la Roma accetta di correre il rischio con Gasperini, come Gasperini ha sempre fatto, di subire magari qualcosina, però perché ha sempre avuto le parti offensive in grado di porre rimedio a quel qualcosa che comunque subiva. Diciamo una cosa, Pellegrini e Cristante i gol li sanno fare e li possono fare. Chi veramente non si capisce perché, ma comunque non sembra avere proprio nei piedi il gol, è Konè. E questo secondo me è qualcosa che lui deve assolutamente migliorare per essere un centrocampista tra i migliori in circolazione. Questo è indubbiamente un difetto o una carenza se tu pensi a lui come un centrocampista di altissimo livello. Qual è a mio avviso un aspetto? Quando giochi contro le squadre, e praticamente sono tante, quelle che si chiudono dietro e non ti concedono spazi. La Roma fino ad ora è stata molto brava in tante partite a far girare il pallone e con il movimento e con l’intensità del suo gioco è riuscita a ottenere il successo. Quell’intensità che è mancata assolutamente contro il Napoli, è lì che la Roma vedendo la partita, sinceramente, a meno che non ci fosse stato un calcio d’angolo o un calcio di punizione, io penso, a meno la sensazione che aveva vedendo la partita, che la Roma non l’avrebbe segnato mai. Perché con quel muro di giocatori del Napoli è lì che fai fatica. Quindi, per tornare alla risposta e al tema, o tu giochi con quell’intensità e allora anche il Pellegrini che fa il terzo attaccante, Soule che ogni tanto viene dentro o qualche incursione di Cristante riesci a scardinare le resistenze avversarie. Altrimenti vengono fuori, non dico i limiti, ma quelle carenze, quello che ti salta l’uomo, è questo. In fin dei conti oggi, se ci fate caso, tutte le squadre, la maggior parte delle squadre più che giocare a viso aperto si chiudono e ti puniscono in contropiede. Infatti gol che la Roma ha subito, soprattutto nei big match, sono tutte uguali, sono fotocopie, a parte il contropiede, il giocatore avversario solo davanti al portiere fa gol. E poi fai fatica a recuperarle queste partite, perché? Perché quelli si chiudono e tu non hai quella forza e quella capacità, anche con un solo giocatore, di trovare la giocata che ti risolve la partita. E’ più complicato per la Roma, la Roma lo deve cercare nella coralità e gli altri invece ogni tanto si basano sul singolo giocatore. Mi viene in mente Lautaro in Pisa-Inter.”
Massimo, il lavoro di Gasperini ha avuto effetto, ha giovato soprattutto su quali giocatori tu hai visto? Qui si vede la mano di Gasperini.
“Uno l’hai nominato te prima, è Celik, che ha fatto un ulteriore passo in avanti. A me piace sottolineare una cosa, perché Gasperini sta facendo un ottimo lavoro, però bisogna anche ammettere che ha ereditato una squadra positiva, una squadra che stava bene, che aveva innanzitutto imparato a non perdere, una squadra a cui non gli stava bene perdere, che non voleva perdere e che giocava comunque per vincere, perché la striscia di Ranieri ce la ricordiamo. E ha trovato un gran bel gruppo, un gruppo di persone, di ragazzi che comunque stanno bene insieme, nella nostra grande maggioranza, che hanno accolto Gasperini, Celik giustamente è un allenatore che ha una sua idea, ma soprattutto nei risultati si porta dietro, il carisma personale dei risultati, quindi la squadra gli è andata dietro. Io penso che questo sia un aspetto molto importante da sottolineare, l’eredità che ha raccolto e la positività con cui è partito questo nuovo ciclo. Celik sicuramente è un giocatore migliorato, direi che sono migliorati inevitabilmente anche i due su tre centrali difensivi, perché Hermoso è tornato a essere un giocatore di livello, Mancini ha fatto un ulteriore step, forse ti dirò che l’unico che mi sembra un po’ sullo stesso standard è Ndicka e poi anche Cristante, perché finalmente forse a Roma qualcuno, anzi più di qualcuno, che ha sempre pensato che Cristante fosse un problema per la Roma, sicuramente ci sono tanti centrocampisti più forti di lui, però se tutti gli allenatori che sono stati in Nazionale e nella Roma lo fanno giocare, probabilmente stupidi non sono.“
Senti Massimo, pur non rappresentandolo, però l’ambiente romano lo conosci bene, tutto il tormentone che gravita intorno a Dybala, tu come ti poni?
“Dybala è una ciliegina sulla torta, una torta che deve essere buona, se tu hai una ciliegina con Dybala puoi fare l’ulteriore salto di qualità. Dybala è un giocatore straordinario, però è un giocatore su cui tu non puoi fare il completo affidamento, io infatti, e qui lo dico per parlare tra amici, non certo da un punto di vista tecnico, secondo me Dybala è uno che deve giocare il meno possibile, deve giocare partite che contano, per il resto secondo me non serve, nel senso che il rischio è che se tu non vuoi giocare più partite, è lì che è il momento che lui lo perdi e poi ti manca per altre 4-5, cioè deve essere un valore aggiunto, così a me sembra non sia un valore aggiunto, ma sia un giocatore troppo determinante e questo è un aspetto negativo, perché se tu pensi che il giocatore determinante è più importante, è un giocatore su cui non puoi far conto al 100%, è un problema. Parliamo ovviamente di un giocatore che ha avuto tanti stop fisici”.
Massimo, secondo te c’è anche una componente psicologica ormai in quello che vediamo da Dybala, perché è capitato di avere l’impressione di vederlo trattenuto nei movimenti, nel calcio verso la porta, ricordando anche le tipologie degli ultimi infortuni gravi che ha avuto sul calcio di rigore con Lecce qualche anno fa…
“Diciamo che c’è un aspetto che è quello che quando lui sente, conosce il suo corpo e ha una sensibilità di un certo livello, lui è uno di quelli che appunto si ferma perché sa che poi possono che peggiorare la situazione, questo è un aspetto. Adesso, tornato, si vede che è un giocatore che comunque non sembrerebbe avere quella fluidità che invece dovrebbe avere, ora se dipende dal fatto ho paura di farmi male, quindi è un aspetto psicologico, o seppure è dovuto al fatto che questi stop comunque gli impongono di trovare, giocando, la migliore condizione fisica, questo d’altronde è il solito discorso, io sono un grande ammiratore di Dybala per le sue qualità tecniche, è un giocatore straordinario, ancora oggi vi dico che è uno dei pochi in Serie A che fa la differenza, però questa sua debolezza, questo aspetto che non gli permette di avere una costanza, quindi tu non puoi pensare che costruisci una squadra con lui, lui è quel qualcosa veramente in più che ti fa fare la differenza, è così che puoi essere valorizzato al massimo e così che ti può dare il massimo, altrimenti diventa sempre il solito ritornello, ma Dybala non gioca, non gioca il 100% delle partite, ne fa poche e poi quando torna ha bisogno di ritrovare la brillantezza, questo è un chiave di crescita, penso che i grandi risultati e le conquiste e le vittorie si fanno con i grandi calciatori, Dybala è un grande calciatore che però ha oggi a 32 anni un limite che è quello di non avere quella costanza e quella capacità di essere presente fisicamente, non dico per tutto il campionato o per l’intera stagione, ma almeno per il 70% della stagione”.
Massimo, tu diventi Massimo Massara e io divento Dan Galopeira e ti do a gennaio, pur facendo uno sforzo, tenendo sotto controllo i conti, perché a giugno probabilmente dovremo fare delle cose, 30 milioni.
“Io credo che la Roma debba pensare all’attacco, o che sia l’esterno o che sia un centroavanti, il problema sul centroavanti è che tu per poterne portare un altro devi comunque liberarti di uno dei due che hai, perché se non averne tre è vero che ci sono anche squadre che hanno 3-4 attaccanti di un certo livello, però per come sta messa la Roma, le esigenze economiche non è che puoi avere questa abbondanza. Ripeto, o il centravanti liberandoti di uno dei due, oppure su un attaccante esterno che oltre a essere bravo per saltare l’uomo è anche capace di fare gol. Mi rendo conto che non è facile, però sul centroavanti, anche se so che ci sono difficoltà di varia natura, è chiaro che Zirkzee, che è uno dei nomi più gettonati in questo momento come caratteristiche, a mio avviso è già un centroavanti che molto bene può integrarsi con quelle caratteristiche al gioco di Gasperini. Non è facile, ripeto, il compito di Massara è complicato perché comunque secondo me la Roma qualcosa deve fare, sia in entrata che forse per farlo in entrata anche in uscita.”
